SCHEDA TECNICA:
Ciclabile 6%
Strada asfaltata 16%
Strada lastricata/cementata 35%
Strada bianca/sterrata 20%
Mulattiera 1%
Sentiero 22%
Stile itinerario: FREE RIDE
Periodo di percorrenza: TUTTO L’ANNO
Coordinate Punto di partenza/arrivo: N45 47.295 E9 58.898
Quota massima: 1336 m Colletto Cascina Torrezzo
Dislivello positivo: 1150 m
Distanza percorribile: 22,2 km
Tempo di percorrenza: mezza giornata
Difficoltà tecnica: 3 su 5
Impegno fisico: 3 su 5
100% ciclabilità in salita
95% ciclabilità in discesa
e-bike: SI
B&B e/o punti d’appoggio nei paesi lungo il percorso: rifugi; Fonti d’acqua: Solto Collina, Fonteno, Forcella Nigoli.
ENDINE – FONTENO – MONTE TORREZZO
Il Torrezzo & Vandul Trail non è altro che il giro gemello del Sicolo Trail. Oltre ad avere una discesa totalmente indipendente e leggermente più facile, nonostante un breve tratto da fare con la bici a mano, lungo una ripida scalinata, proponiamo una diversa modalità di salita sino a Fonteno che permette di evitare la strada asfaltata. Come per il Sicolo Trail, anche per questo giro ad anello non ci sono tentennamenti e mezzi termini. Due sono le modalità previste: o si sale, o si scende, qualche volta anche dalla bici quando la gamba si fa stanca e la salita sempre più erta. Se ci aggiungiamo anche la variante iniziale, la salita non da tregua sin dalle prime pedalate e non scende d’intensità nemmeno lungo la mulattiera del Torès e il sentiero dei Brugai (nella realtà si tratta di stradine sterrate, selciate e pavimentate); grazie al cielo, tra le due forcelle, da quella dei Nigoli a quella del Monte Sicolo, ci si rilassa su un meraviglioso single-track quasi tutto pedalabile e con scorci panoramici considerevoli sia verso il lago d’Endine che il Sebino. La traversata continua per sterrate e cementate che portano sotto la vetta del Monte Torrezzo da dove, nei pressi dell’omonima cascina, ha inizio un lungo trail spettacolare che vi riporterà esattamente al punto di partenza.
DESCRIZIONE ITINERARIO
Dal cimitero di Endine (1), costeggiate il muro perimetrale, posto a sinistra dell’ingresso, e percorrete la stradina che corre lungo l’alzaia del torrente Fossadone e che ben presto diventa sterrata. Dopo aver guadato la valletta (generalmente asciutta), risalite il corso d’acqua attraversando una zona a verde pubblico caratterizzata dall’area d’esercitazione cani della Protezione Volontaria Civile e da un laghetto. Proseguite sempre sulla strada alzaia fino a sbucare in via G. Paglia, dove svoltate a sinistra e poco dopo imboccate a destra via Campone: si può salire a Solto Collina e a Fonteno seguendo la viabilità ordinaria, ma di seguito proponiamo un’alternativa più interessante. Attraversate via Paglia e imboccate la strada sterrata che costeggia sulla destra il torrente Fossadone. Percorretela tutta sino a sbucare, dopo alcune belle pozze di acqua cristallina, nei pressi di un guado dove svoltate a destra e risalite la cementata che con strappi ripidi serpeggia tra boschi e prati. Ci si alza sopra la Valle del Ferro (2) sino a dove la strada spiana, diventando sterrata; nei pressi di un tornante verso destra, procedete a sinistra in piano e leggera discesa sino a guadare la valle. Il tracciato, per la gran parte sterrato, attraversa alcune vallette e procede senza grandi strappi a mezza costa e al termine vi troverete a percorrere una strada dissestata in leggera discesa. In questo tratto vi affacciate sul laghetto di Gaiano e sulla Val Borlezza, dominata dall’altopiano di Bossico e dalle cime che fanno da corona, mentre all’orizzonte domina l’elegante profilo della Presolana. Giunti su una stradina asfaltata, seguitela sempre in discesa sino ad arrivare sulla strada provinciale che arriva da Solto Collina (3) e sale verso Fonteno. Svoltate a destra e riprendete a salire e, dopo poche centinaia di metri, arriverete in corrispondenza di una santella posta all’incrocio con via Sales. Poco oltre, sulla destra, si stacca una strada che sale ripida: imboccatela e svoltate subito a sinistra seguendo il segnavia CAI 567. Scendete brevemente lungo un sentiero sino ad una sorgente, attraversate la valletta e pedalate su un bel sentiero in trincea che sbuca su una sterrata. Seguite la sterrata (segnavia CAI 567) e dopo uno strappo ed alcuni tornantini con fondo pavimentato in calcestruzzo, ha inizio una lunga diagonale che, con leggere salite e compiendo il periplo del Colle di Luen, vi porterà sino nel centro del paese di Fonteno (4). Le viste sul lago d’Iseo e sulla valle di Fonteno si sprecano. Il paese, immerso nel verde, è arroccato a mezza costa sulla montagna, in una posizione meravigliosa. Attraversatelo e dalla piazza salite per via Campello e alla chiesetta del Divo Rocho, proseguite verso destra. La stretta stradina asfaltata non è altro che l’aperitivo di ciò che vi aspetta: impennandosi vi conduce oltre l’abitato, dove ha inizio la cosiddetta “Mulattiera del Torès”, nella realtà una stradina completamente selciata. Con calma e caparbietà salite fino alla Madonna del Santello (5) dove è d’obbligo uno stop. La mulattiera passa sotto il portico della chiesetta e prosegue oltre. Per fortuna qualche pezzo meno ripido permette di prendere fiato. Al primo bivio salite a destra seguendo le indicazioni “Sentiero dei Brugai” (6). In realtà si tratta di una strada sterrata, con i tratti più ripidi cementati, che risale le pendici del Monte Boér, serpeggiando con 15 tornanti attraverso il bosco dei Brugai. Al suo termine incontrate una santella ed una fontanella d’acqua; appena oltre svoltate a destra per giungere sul crinale, alla forcella in località Nigoli (7). Qui si intercetta il sentiero di cresta che unisce il Monte Boér al Monte Sicolo e al Torrezzo: svoltate a sinistra in direzione di questi ultimi. Ora il dislivello è tutto alle vostre spalle e il sentiero si sviluppa in quota, a parte due sezioni brevi da fare a spinta. Sulla destra del cancello che chiude la strada sale il vostro sentiero, segnavia CAI 568. Dopo il breve tratto a spinta, lungo le pendici nord del crinale si sale e si scende pedalando. Poco dopo si torna in cresta e si attraversa una radura con un capanno (prestate attenzione nei periodi di caccia). Lungo le pendici sud del Monte Sicolo, in località “La Fopa del Còl” incontrerete i pannelli informativi dell’immenso sistema carsico sotterraneo denominato “Bueno Fonteno – Nueva Vida” un paradiso per gli speleologi. Il sentiero continua, e dopo un secondo breve tratto a spinta, tornate in sella e scendete ad una strada sterrata: seguitela verso destra sino a giungere il località Casini, nei pressi della forcella del Monte Sicolo (8). Proseguite oltre, lungo la strada per la gran parte pavimentata, che con una modesta salita giunge nei pressi del Monte Torrezzo, sulle cui pendici giunge la strada asfaltata che arriva dai Colli di San Fermo. Al primo bivio svolate a destra risalendo alla sella, oltre la quale si trova la Cascina Torrezzo (9) (segnaletica CAI 612 – 620) e la Valle del Colle sprofonda fino alle rive del lago d’Endine. Orobie, Adamello e Prealpi Bresciane si aprono a ventaglio tutto attorno a voi. Si possono vedere i due laghi, uno ad est e l’altro ad ovest, e verso sud, sopra le nebbie e i fumi della pianura, se siete fortunati, avvisterete pure il profilo violaceo dell’Appennino. L’intera discesa, contrassegnata da segnavia CAI, è spettacolare e offre una varietà di terreni notevole. Si parte con una sterrata che costeggia le creste della Corna dei Fondi e presso un tornante sulla sinistra, si stacca un sentiero verso destra. Imboccatelo e, dopo alcuni metri di risalita, iniziate a serpeggiare verso il crinale scendendo ad un punto panoramico che toglie il fiato. Siamo sopra le bastionate rocciose del Belzignolo: il lago d’Endine si adagia con le sue acque sul fondo della valle, di fronte le creste dello Sparavera chiudono il versante opposto. Evidente è il profilo ad U dell’intera valle, originatosi dall’azione erosiva dei ghiacciai quaternari che hanno scavato e sagomato il solco che ora ospita le acque del lago. Dalla panchina si scende con molta attenzione e cautela verso destra. Bici alla mano si devono scendere delle ripide gradinate, attrezzate con cavetti passamano, che permettono di perdere quota in sicurezza. Al termine dell’ultima gradinata, incastonata tra le rocce, si può tornare in sella. Il sentiero è bello e scorrevole, non presenta tratti particolarmente tecnici e difficili. Nei pressi dei tralicci dell’alta tensione vi riportate sul crinale sino a giungere alla Corno Vandul (10). Qui svoltate a destra e scendete verso la Valle dei cervi con una serie di tornantini divertenti e veloci. Giunti ad un bivio, non procedete in discesa, ma svoltate a sinistra seguendo il segnavia CAI 612, verso la località Seridondo. La traccia, dopo una breve contropendenza, ricomincia a scendere veloce e scorrevole sino alla radura che ospita la baita Seridondo (11). Si sbuca su una sterrata che seguite sempre in discesa, prestando attenzione ad imboccare il primo bivio sulla destra, seguendo le indicazioni per Rumignano (segnavia CAI 620 var). Quindi, abbandonata la stradina, continuate a scendere lungo un sentiero veloce e con un fondo regolare e compatto sino a sbucare sui pianori prativi in cui sono sparse le baite di Rumignano (12). Ora non vi resta che scendere per stradina, inizialmente sterrata e poi cementata, sino alla frazione di Valmaggiore (13). Attraversati i vicoli del borgo, vi ritrovate nella piazza della chiesa, dove svoltando a sinistra scenderete velocemente al punto di partenza.
TRACCIA GPX – Percorso sul Monte Torrezzo e Vandul in MTB
Credits: bibliografia “MTB da Bergamo ai Laghi di Endine e Iseo” Edizioni Versante Sud