Un piccolo cortile separa la semplice chiesa dei Disciplini dalla chiesa parrocchiale del paese. Qui, nella seconda metà del XVII secolo, si riuniva un gruppo di laici che praticava l’autoflagellazione, sperando così di assicurarsi un posto in paradiso… accompagnato dal suono della frusta.
L’edificio, ora abbandonato, rappresenta una rara testimonianza dell’esistenza di questo gruppo e delle loro pratiche, che univano devozione, meditazione e preghiera alla penitenza. Tra il XIII e il XIV secolo, i Disciplini attirarono numerosi seguaci non solo in Val Cavallina, ma in tutta Europa.
Secondo fonti locali, a Borgo di Terzo esistevano due confraternite di Disciplini, distinte dal colore dei loro paramenti: i Verdi e i Bianchi. Entrambi praticavano la flagellazione pubblica con fruste o bastoni, spesso dotati di corde con nodi alle estremità o persino di spine di ferro appuntite. Questi rituali si svolgevano durante lunghe processioni religiose per le vie della città.
I Disciplini Verdi si riunivano nella chiesa di San Rocco, oggi scomparsa, mentre i Disciplini Bianchi si ritrovavano in questo edificio ormai abbandonato. L’accesso avviene attraverso un portico in pietra di Sarnico, situato al centro di una facciata semplice, rivestita di intonaco grezzo.
All’interno sono ancora visibili l’altare maggiore in legno e la statua del Cristo morto, circondata da una balaustra in marmo rosso e nero, oltre a due cornici ovali. Il piccolo campanile quadrato in pietra arenaria è accessibile direttamente dalla navata della chiesa.