Bike Italia ha intrapreso un’avventura in bicicletta alla scoperta del lago di Endine: 60 km in bici da Nembro in un percorso panoramico attraverso la Val Cavallina. Ecco un estratto dell’articolo pubblicato sul loro portale.
Anche questo lago, come moltissimi altri, ha due nomi; in questo caso sono Endine o Spinone che sono anche due paesini posti rispettivamente uno a nord e l’altro a sud del bacino.
Il lago si incunea in una valle molto stretta tra montagne che sfiorano i 1400 metri. Fortunatamente l’ambiente naturale è ancora intatto tanto da ritenerlo zona di “rilevante interesse ambientale” e tutelando l’area come parco. Sulle rive si trovano canneti, zone di riproduzione per pesci ed uccelli ed infine anche spiaggette molto utilizzate dai turisti.
L’esplorazione odierna prende il via da un parcheggio vicino al cimitero di Nembro. Imbocco via Marconi e dopo aver scavalcato il fiume Serio giro a sinistra in direzione Albino e Pradalunga.
Dopo 3,5 km di strada che scorre tra case o muri di vecchie fabbriche e il fiume non si scorge, arrivo all’incrocio dove giro a destra per Fiobbio e Abbazia.
Appena prima di svoltare mi accorgo che alla mia sinistra, oltre al ponte stradale che conduce ad Albino, c’è quello che sembra un antico ponte, ora adibito a pista ciclabile.
Procedo per altri 4,5 km ed arrivo alla svolta a dx che indica l’Abbazia Benedettina (da cui trae il nome la piccola frazione di Albino), sono pochi metri di deviazione e ne vale la pena. (Le origini dell’abbazia cadono nella prima parte del 13° secolo).
Lascio l’Abbazia alle mie spalle e torno sulla SP39 dirigendomi verso Casale.
Timidamente si scorgono i primi tratti ondulati, senza eccessivo traffico e con la visuale che comincia ad assumere i toni usuali delle montagne bergamasche.
Dalla vista che mi si presenta davanti deduco che sto iniziando a salire verso il Santuario del Colle Gallo.
Quando vedo la gigantesca croce penso che il Santuario non deve essere troppo lontano. Infatti, esattamente 450 mt dopo, eccolo;
il luogo è decisamente una “Patria dei ciclisti”.
Mi butto in discesa e dopo 8/9 tornanti arrivo a Gaverina.
Anche con la mente impegnata trovo giusto sottolineare come le chiese siano, quasi sempre, in posizioni dominanti e non solo urbanisticamente parlando.
Raggiungo Casazza e mi dirigo verso Monasterolo del Castello. I ruderi del castello sono poco prima del paese, a sinistra, ed ora la struttura, totalmente ristrutturata, serve per ristorazione ed eventi.
Non visito i ruderi ma vado sicuro verso il parco sul lago. Ben tenuto e fruibilissimo consente una bella vista del lago dal lago.
Costeggio il lago fino a San Felice con i suoi viottoli caratteristici, percorro strade strettissime tra file di antiche case, nessuna automobile rovina il momento ed infine sbuco davanti alla chiesa di San Michele Arcangelo con la sua bellissima piazza che lambisce il lago.
Continuo fino alla fine della frazione di Pura, al termine di queste poche case la strada, progressivamente si allontana da Spinone per poi congiungersi con la SS42 che unisce Lovere con il lago; giro a sinistra sulla statale poi subito a destra in una strada in leggera salita che porta a Ranzanico, il tentativo di raggiungere il paese fallisce perché sbaglio strada e dopo una discesa, non prevista dal -piano viaggio-, mi ritrovo sulla SS42 (trafficata). Vado a destra per Bergamo e proseguo sulla Statale fino al bivio per Bianzano e Cene.
Seguo le indicazioni e giungo al bivio, inizia la salita e posso scattare qualche ultima foto del lago che sto lasciando.
Il paese che si vede a sinistra è Ranzanico, avrei voluto attraversarlo e invece lo immortalo dalla salita appena intrapresa.
Poco dopo Bianzano c’è il castello Suardi che potrebbe essere stato edificato nel lontano 1233.
Proseguo sulla SP40.
Ciao lago Spinone o Endine, piccolo, poco profondo, incassato tra i monti ma comunque affascinante soprattutto visto con il sole.
Ora discesa fino a Cene. Poi le ruote mi portano sulla strada per Albino dove ho appuntamento con un ponte antico. Questa passerella in pietra è stata edificata nel XIV secolo secondo lo stile romanico.
Ripasso per la stessa strada dell’andata, entro in Pradalunga e scorgo, senza farci molto caso, una casa con la scritta -Pietre Coti-. Immaginando una traduzione tipo Pietracotta non ci presto molta attenzione. Solo tornando a casa e stimolato dal ricordo approfondisco: Pradalunga è famosa per la COTE che è una particolare pietra usata per affilare coltelli e altri oggetti taglienti.
Ritrovo il parcheggio con l’auto e parto alla volta di casa. Sono stati circa 60 km molto diversi tra loro; il primo ed ultimo tratto senza attrattive poi la parte centrale con la salita al Santuario, la successiva discesa e il giro del lago mi hanno regalato la giusta soddisfazione. Infine le ultime salite per lasciare il lago di Spinone mi hanno offerto, bontà loro, un certo affanno ed infine la lunga discesa verso Cene goduta come un dessert a fine pasto.
Con questo chiudo l’omaggio al lago di Spinone, quasi dimenticavo… bisogna ricordare che il lago si trova in Val Cavallina!”
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