Poco lontano dal centro del paese di Endine Gaiano sorge questa chiesa risalente al Quattrocento, distrutta dall’esondazione di un torrente e mai ricostruita. Con l’arrivo della Peste in Val Cavallina l’antico borgo sulle rive del lago fu risparmiato e i suoi abitanti per gratitudine decisero di ricostruire l’edificio, che oggi ha un curioso campanile con un passato cavalleresco da scoprire.
La violentissima peste che si abbatté sull’Europa nel 1630 non lasciò tracce solo nelle celebri pagine dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, ma permise di far arrivare ai giorni nostri anche la chiesa di San Remigio, ricostruita come voto di riconoscenza religiosa: Endine Gaiano era sopravvissuta.
Alla struttura seicentesca originaria nel 1850 si aggiunge l’attuale porticato a tre arcate completamente aperto e il recente restauro ne ha valorizzato la struttura sia esterna che interna.
Varcato il portale d’ingresso si può ammirare una “Madonna con bambino e i santi Remigio e Alessandro” dipinta da Domenico Carpinoni, il cui stile pittorico strizza l’occhio a quello di Palma il Vecchio, un altro grande artista bergamasco.
Imponente e misterioso invece è il campanile della chiesa, realizzato in pietra di Gaiano. La sua struttura massiccia infatti non nasce con San Remigio: originariamente infatti era una torre preesistente appartenente al castello dei Cavalieri di San Giorgio.