Se volete scoprire questa chiesa un tempo appartenente all’Abbazia del paese il consiglio è di farlo in compagnia delle guide, che sveleranno i segreti di questo luogo sconosciuto a molti. Camminando sul suo pavimento a scacchi bianchi e rossi scoprirete nove secoli di storia, a partire dalla fondazione della chiesa, nata insieme al convento benedettino nel 1079.
E se con voi non ci saranno guide a parlare, ci penseranno le opere d’arte a farlo, mentre voi resterete a bocca aperta.
Giovan Battista Caniana, Francesco Barbieri, Antonio Balestra, Gregorio Lazzarini, Sebastiano Ricci, Paolo De Matteis e Giuseppe Maria Crespi sono alcuni degli artisti che tra la fine del Seicento e il Settecento hanno trasformato la chiesa in un vero e proprio museo.
Imperdibile la rappresentazione del Credo pensato da Sant’Ambrogio, un ciclo di dipinti che ripercorre per immagini una delle preghiere cardine della fede cattolica. Alzando la testa al cielo poi scoprirete le storie di San Paolo, a cui è dedicata la chiesa e di San Benedetto, iniziatore della tradizione monastica a cui si rifacevano i religiosi dell’Abbazia che inizialmente includeva questo edificio.
Dopo aver contato i 7 bellissimi altari barocchi in marmo di scuola bresciana, visitate la sagrestia, un luogo che spesso passa inosservato, ma che rivelerà grandi sorprese. Usciti all’esterno sarà il biancore del marmo della Val Cavallina a colpire lo sguardo: la Dolomia è protagonista assoluta della facciata di questa chiesa, dove tra cherubini e statue di santi compare anche la spada di San Paolo, stemma dell’antico monastero.
Promozione e valorizzazione a cura dell’Associazione inChiostro. Incontri e itinerari d’arte